Lo scopo del Cammino sinodale non è produrre documenti, ma “far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani” (Papa Francesco, 3 ottobre 2018).
Materiale per la riflessione di gruppo
Il Sinodo voluto e avviato su impulso di Papa Francesco è un percorso che si sta sviluppando e ci accompagnerà per alcuni anni (2021 – 2023) e vedrà coinvolto tutto il popolo di Dio: l’intera Chiesa universale. Anche la Chiesa italiana ha avviato un Cammino sinodale che durerà fino al 2025. I due percorsi nella prima parte, fase dell’ascolto, coincideranno. L’essenza di questi percorsi è riassunta nella stessa parola “sinodo” cioè “camminare insieme”. Alla lettera: “insieme sulla via”.
Essere Chiesa, infatti, significa l’essere tutti insieme sulla strada sotto la guida dello Spirito Santo. Siamo in cammino con Gesù (Via, Verità e Vita), ma anche con tutte quelle persone che in questo tempo Dio ci fa incontrare nelle nostre realtà quotidiane. Quando ci riferiamo alla parola Sinodo, normalmente pensiamo a delle assemblee e a dei documenti. Papa Francesco, invece, in questa occasione ci chiede di passare attraverso l’esperienza delle relazioni e dell’incontro concreto fra le persone. Chiede che la Chiesa come istituzione ascolti tutti e che tutti si ascoltino tra loro. Da tempo non ci veniva offerta una simile opportunità.
Per questo i primi due anni (2021-2023) verranno dedicati all’ascolto diffuso: dei fedeli, delle comunità, di chi finora non ha avuto voce, ma anche di realtà non strettamente ecclesiali, di chiunque voglia partecipare e dare il proprio contributo.
Verranno formati dei piccoli gruppi, cosiddetti “sinodali”, cioè di dialogo e ascolto aperto e fraterno. Accompagnati da un facilitatore, i partecipanti rifletteranno e condivideranno la propria esperienza di Chiesa con l’aiuto di una domanda, che nella nostra diocesi è la seguente: Chiesa, per te?
Durante l’Assemblea Sinodale della zona pastorale Valli del Noce è stato riconsegnato quanto emerso nella prima fase del Cammino Sinodale mediante la sintesi generale dei gruppi sinodali d’ascolto. La sintesi è frutto di oltre 400 riassunti dei Gruppi sinodali (perlopiù formati da persone che partecipano attivamente alla vita ecclesiale) arrivati in Diocesi a partire da febbraio. Le domande che erano state poste dalla Diocesi erano afferenti al tema “Chiesa per te” ed erano le seguenti: cosa suscita in te la parola Chiesa? Qual è la tua tua esperienza della comunità credente?
Riassumendo in 9 punti gli aspetti che sono emersi più frequentemente sono:
- Chiesa Famiglia: il termine famiglia riferito alla propria esperienza ecclesiale ricorre spesso, attestando quindi, uno sguardo sostanzialmente positivo sulla Chiesa e sulla sua capacità di parlare alla vita.
- Chiesa istituzione e Chiesa Comunità: è stato posto in evidenza che esistono molte contraddizioni all’interno della Chiesa-istituzione che talvolta è lontana dalla vita reale e incapace di rispondere alle esigenze attuali. Esiste una sorta di separazione fra clero e comunità che potrebbe essere superata se prevalesse in tutti, indipendentemente dai ruoli, la volontà di crescere nella fede in un clima di condivisione, gioia e amicizia. Si chiede di dar maggior spazio ai laici in particolar modo alle donne.
- La Chiesa come ruolo di relazioni: la Chiesa è il luogo dove coltivare la relazione con Cristo e le relazioni con gli altri; si sente un senso di appartenenza malgrado le contraddizioni e le fatiche. Viene evidenziato che purtroppo, all’interno della Chiesa, esistono divisioni ed egoismi, incentrati su cose umane, che non ne danno una bella immagine.
- La Chiesa luogo di accoglienza: più volte si richiama l’attenzione sul tema di una Chiesa che sappia essere accogliente. Spesso, invece, si fa esperienza di una comunità chiusa, poco aperta al confronto e poco accogliente, che delude le aspettative di chi vorrebbe avvicinarsi, che manifesta una certa incoerenza dei cristiani praticanti. E’ importante incontrare persone che siano testimoni credibili del Vangelo.
- Chiesa e cambiamento epocale: riflessione sulla richiesta di un rinnovamento attraverso coraggiose scelte innovative della pastorale. In particolare si richiede: una proposta di fede rivolta agli adulti, un ascolto comunitario della Parola per rendere le liturgie davvero partecipate e condivise, una nuova valorizzazione del matrimonio, un nuovo annuncio della Resurrezione nel momento del lutto, orientamenti morali che indichino nuove vie per abitare il pianeta e che diano direttive per amministrare strutture e risorse degli enti ecclesiastici
- La donna: la questione del ruolo della donna nella Chiesa è sicuramente il tema più ricorrente e rilevante. Sembra prevalere una visione di “Chiesa istituzione” con forti “tratti maschilisti” incapace di valorizzare appieno il genio e la sensibilità femminile e quindi lontana dalle dinamiche della vita. Il riconoscimento del ruolo della donna dentro la vita della Chiesa passando attraverso la promozione di una reale uguaglianza. Si chiede pertanto una vera corresponsabilità degli uomini e delle donne all’interno dei processi decisionali ecclesiali.
- I giovani: si sottolinea la mancanza del ricambio generazionale e questo risulta essere un notevole limite per la Chiesa. Emerge il rammarico per l’allontanamento dei giovani a causa di percorsi imposti, di un linguaggio liturgico noioso e poco stimolante. Occorre avere maggiore attenzione per il loro percorso relazionale. Sia i giovani, sia chi parla della realtà giovanile, invoca un maggior coinvolgimento e una maggiore partecipazione alla vita della Chiesa.
- Il linguaggio della Chiesa: il modo di celebrare e di esprimersi da parte della Chiesa è per molti indecifrabile e quindi non significativo per la loro vita. Si chiede più volte che la Chiesa sappia utilizzare nuovi linguaggi perché liturgia e sacramenti hanno senso solo se intercettano la vita e sono capaci di parlare ad essa.
- I poveri: la fede non può essere esperienza solo personale ma “speranza condivisa” con apertura e disponibilità nello stile del buon samaritano. Ricorre, però, solo raramente il termine “poveri”. Forse ciò è dovuto a un certo pudore nell’uso di questo termine. E’ fondamentale che la Chiesa sia vicina a chi si trova nel bisogno perché viene sottolineato che spesso nella comunità credente si rileva una “fede rituale e non operosa nei confronti dei fratelli più bisognosi”.
Il nostro Vescovo Lauro, durante l’Assemblea Sinodale ha ricordato il suo intervento al nostro Lundo Summer Camp, in particolar modo l’interesse suscitato dai giovani nel fargli domande su tematiche importanti, come una delle belle cose dell’anno passato fatte con i giovani per i giovani.
La fede si trasmette per contagio e attrazione e dovremo, senza perderci in troppe teorie, saper raccontare la nostra fede anche con le persone che incontriamo al mercato”.
S.E. Rev.ma LAURO TISI